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L'impasto per la vera piadina romagnola all'olio d'oliva

piadina romagnola


Le nostre cenette del sabato o della domenica sera ( quando non mangiamo la pizza) si basano quasi sempre su qualche preparazione sfiziosa e veloce tipo panini, piadine e "schifezze varie". 
Di solito utilizziamo panini e piadine già pronti che poi farciamo a nostro piacimento.
Questa volta però ho voluto sperimentare la piadina fatta in casa perchè leggendo la ricetta su internet non sembrava affatto complicata da preparare. Ho trovato tante ricette diverse su altrettanti siti e una in particolare mi aveva colpito, perchè oltre a sembrare molto semplice diceva che si poteva sostituire lo strutto con l'olio d'oliva (l'ho trovata qui) .

Questa è la mia versione per circa 6 piadine del diametro di circa 25/30 cm  :

La vera piadina romagnola all'olio d'oliva

Ingredienti

600 gr di farina 00
mezzo cucchiaino raso di bicarbonato 
mezzo cucchiaino raso di sale fino
70 ml di olio extra vergine di oliva (forse ne basta anche un po' meno)
300 ml circa di acqua tiepida

Preparazione

Impastare tutti gli ingredienti insieme aggiungere tanta acqua  quanto basta per formare un impasto piuttosto sodo. Al posto dell'acqua si può mettere il latte o addirittura il vino bianco secco. 
Ho lasciato riposare in una ciotola infarinata e coperta con un panno per circa un'ora.
Poi ho diviso l'impasto in sei panetti di uguali dimensioni e tirato col mattarello sulla spianatoia formando un bel tondo di pasta sottile e regolare come forma, se vi viene fuori una forma troppo irregolare ritagliate un tondo seguendo il bordo di un piatto o un coperchio (io non l'ho fatto per pigrizia e si vede ). 
Mettere a cuocere la pasta su una padella antiaderente piuttosto rovente con un fuoco vivace, perché la piadina deve essere cotta in fretta. 
Farla cuocere su ambo i lati e se si formano delle bolle bucherellarle con i rebbi di una forchetta.
Potete cuocerle tutte e poi scaldarle per qualche secondo una volta farcite.
Posso dire che come primo esperimento di questa versione all'olio d'oliva non è stato affatto male ci sono piaciute molto perchè erano morbide e anche molto leggere.


Lemon meltaway



. . . . ovvero biscotti al limone. Perchè se molti sono alle prese con i preparativi per la festa degli innamorati a casa mia si continuano a  sfornanare biscotti.  
Spesso si tratta di due tre varianti che sono le più richieste dalle mie piccole "locuste" (come ad esempio questi  questi) non faccio in tempo a riempire le nostre vecchie scatole di latta che per loro diventa una vera missione svuotarle al più presto :)
Ma siccome sono sempre alla ricerca di qualche sfiziosa alternativa  mi sono imbattuta nel sito di Martha Stewart dove ci sono centinaia di ricette di biscotti (cookies) e quella dei lemon meltaways  ha catturato subito la mia attenzione perchè, come ho detto altre volte, mi piacciono tanto gli agrumi.
Ho anche scoperto che i lemon meltaways sono un classico  dei classici tra i  biscotti inglesi e  che si preparano in particolare con il limone, ma a piacere si può usare qualsiasi tipo di agrume (lime, arance, etc) e allora ho deciso subito di provarli.

Ingredienti:
85 gr di burro a temperatura ambiente
20 gr di zucchero a velo
120 gr di farina 00
un pizzico di sale
la buccia di un limone grattugiata molto fine
3 cucchiai di succo di limone
2 cucchiai di amido di mais
1 cucchiaio di estratto di vaniglia (io non l'ho messo perchè non l'avevo)
zucchero a velo per guarnire

procedimento:
Lavorare a crema burro e zucchero a velo e  montare un po' il composto con lo sbattitore elettrico. Poi aggiungere la buccia il succo di limone  e un pizzico di sale. Mescolare le due farine e aggiungerle un po' alla volta al compsto finchè siano completamente incorporate e, a quel punto, smetterre subito di mescolare. Formare una palla quindi con l'aiuto di un foglio di carta da forno formare un cilindro di pasta del diametro di 3-4 cm (risulterà piuttosto morbida e un po' appiccicosa ma non aggiungere altra farina altrimenti diventano duri), avvolgere bene il cilindro di pasta con la carta da forno e sigillare i bordi. Lasciarlo riposare in frigo per due ore o in freezer per almeno mezz'ora.


Un trucco usato dalla Stewart per mantenere in forma il cilindro di pasta in freezer è di infilarlo avvolto nella carta da forno dentro un tubo di cartoncino come quelli che avanzano quando finisce la carta da cucina, ma io non ne avevo uno a disposizione e sono venuti bene lo stesso. 
A questo punto aprire la carta forno prendere l'impasto e tagliare dei discetti alti circa 1 cm e cuocerli in forno a 180°c per circa 13 minuti (se li avete surgelati impiegheranno un po' di più a cuocere), fare attenzione perchè non devono diventare scuri, ma deve diventare leggermente dorato solo il bordo, per questo è meglio posizionarli nella parte medio alta del forno e non proprio a metà altrimenti cuociono troppo sul fond (come alcuni dei miei).


Una volta tiepidi, quasi freddi, "impanarli" delicatamente con lo zucchero a velo, vi può aiutare mettere lo zucchero in un sacchetto di plastica (tipo quelli per surgelare gli alimenti) e tuffarci dentro un po' di biscotti per volta.






Potete conservarli chiusi in un contenitore ermetico o una scatola di latta anche per due settimane, ma dubito che dureranno così a lungo :)


Devo dire che io ho anche aggiunto una fialetta di aroma di limone, perchè ne ho sempre qualcuna in casa per fare una delle mie torte preferite : la crostata al limone, ma ad essere sincera non è stata una buona idea perchè ha accentuato troppo il sapore di questo agrume, quindi meglio non metterla.


Con questa riccetta partecipo alla raccolta di crocedelizia - non rompete le uova




partecipo alla raccolta di Irina






Polenta

Pubblico di nuovo questa ricetta già postata a gennaio scorso per partecipare al contest
Geografia in tavola di Daniela.
Un bel contest grazie al quale si possono scoprire tante ricette tipiche regionali d'Italia.



Polenta tipica della ciociaria (Frosinone - lazio)

polenta nella scifetta

Brrrr . . . buona domenica!! Non so com'è da voi, ma qui a Como, specialmente al mattino e la sera, c'è un freddo che gela le ossa . . .  bisogna rimediare preparando qualcosa di  speciale :)
Per me il binomio domenica d'inverno-polenta è quasi una legge della natura, da sempre.
Non c'è niente che riscalda di più lo stomaco (e l'anima)  di un bel piatto di polenta fumante e anche se da anni ho imparato a cucinare ed apprezzare la "taragna" e la "concia" che si preparano da queste parti, oggi(scontentando marito e figlio che sono "polentoni dop") ho deciso di prepararla come si usa fare in ciociaria.
Innanzitutto è diverso il tipo di farina , per questo tipo di polenta  infatti si usa quella di mais macinata abbastanza fine ( tipo "fioretto") e un'altra importante differenza è la consistenza, la polenta che si mangia nelle zone del centro Italia ha una consistenza molto molle rispetto alla polenta che si prepara al nord, si rapprende un pochino appena comincia a raffreddarsi. 
Normalmente poi non vi  si mescolano insieme formaggi o burro fuso, ma tutti i condimenti si mettono sopra, non prima di aver intagliato un pochino la superficie per permettere al sugo di penetrare anche  in mezzo.
Un'altra particolarità è il tipo di recipiente in cui viene servita cioè : la "scifetta", un piatto rettangolare di legno molto caratteristico.

Un mio ricordo carico di nostalgia riguarda proprio  "il giorno in cui si preparava la polenta a casa dei miei nonni" : era una vera e propria festa!
Di solito il giorno prescelto  era la  domenica e  per questo "evento" si riuniva tutta la famiglia al completo( nonni, zii, nipoti). 
Uomini e donne si alternavano davanti a un enorme calderone che bolliva appeso a un gancio sui ceppi del camino per mescolare in continuazione chili e chili di polenta che vi cuoceva lentamente dentro, era un'operazione molto faticosa e in più il calore delle braci rendeva tutto più complicato.
Presto la cucina  si riempiva di quel buon odore di mais abbrustolito che faceva venire l'acquolina in bocca e a noi bambini sembrava che l'ora di pranzo non arrivasse mai, continuavamo a chiedere "è pronto?", "ma quando si mangia?" mettendo a dura prova la pazienza degli adulti già fortemente provata dal rituale nel quale erano impegnati. 
Sì, perchè, quello era un vero e proprio rituale che richiedeva ore e ore di preparazione, non c'era solo da cuocere la polenta, ma anche preparare tutti gli intingoli con cui veniva  accomagnata.
(I tipi di condimento più usati erano : il sugo di carni di maiale miste;  più semplicemente  aglio e peperoncino;  i "tanni" un particolare tipo di cime di rapa,  ma a seconda della stagione un sughetto molto gustoso era quello realizzato con i funghi chiodini che in ciociaria sono conosciuti come "famigliola").
Finalmente  era cotta e arrivava il momento di versarla nelle "schifette" e, dopo attimi concitati in cui i più si occupavano di riempire i piatti prima che il magico liquido d'orato incominciasse a rapprendersi, a noi bambini  veniva intimato di tenerci alla larga per non rischiare che di rimanere ustionati dalla polenta bollente . 
Alla fine  ci sedevamo tutti  intorno ad un'enorme tavola imbandita e per alcuni lunghi, fantastici minuti, nessuno parlava più!!

Chissà se vi succede di avere degli attacchi di nostalgia quando mangiate qualcosa di particolare  . . . . !?

Ecco adesso che vi ho tediato con uno dei miei logorroici ricordi-racconti meglio passare  alla ricetta vera e propria.

Anche se non l'ho preparata alla vecchia maniera oggi una cosa sono riuscita a farla: l'ho mangiata nella scifetta :)

Polenta per 4 persone

Ingredienti:
  • 300 gr farina classica per polenta tipo fioretto
  • 1 e 1/2 litri di acqua
  • 1 cucchiaio di sale grosso
preparazione:

Mettere a bollire l'acqua in una capiete pentola e una volta a bollore salarla, a questo punto versare a pioggia la farina e mescolare spesso  con un mestolo di legno per evitare che si formino grumi. 
Dopo circa 40/45 minuti la polenta è pronta per essere verata nei piatti. 
Voglio fare delle precisazioni che riteng utili alla buona riuscita del piatto: la dose di acqua è indicativa, l'importante è che una volta versata tutta la farina il composto rimanga semiliquido, perchè durante la cottura una parte dell'acqua continua ad evaporare; se invece risultasse troppo compatta si può aggiungere altra acqua (molto calda); oppure dell'altra farina se fosse troppo liquida (naturalmente queste operazioni vanno fatte nei primi minuti di cottura della polenta).
ah, dimenticavo, qualcuno aggiunge un po' di vino bianco o del latte al posto di una parte dell'acqua in cui si cucina, ma questo dipende dai gusti . . .
Per finire consiglio di passare i piatti sotto l'acqua e lasciarli leggermente umidi prima di versarci dentro la polenta, questo le impedirà di attaccarsi troppo sul fondo. 
Condire a piacere  e servire calda.

polenta pronta


Vi faccio brevemente qualche esempio di condimento con cui accompagnare questo tipo di polenta:
per il ragù di carne di maiale
si fanno rosolare i pezzi di carne di maiale (costine, salsicce, ..) in olio e aglio, poi si sfuma con il vino bianco e si fanno cuocere per 20 minuti a fuoco moderato, si aggiunge della passata di pomodoro, si aggiusta di sale e pepe (a piacere peperoncino) e si lascia cuocere ancora per 40 minuti a fuoco basso;
per le cime di rapa saltate in padella 
si mondano e si lavano bene le cime di rapa, si lessano in abbondante acqua salata per 15/20 minuti, si scolano e si fanno saltare per qualche minuto in una padella dove abbiamo scaldato aglio e olio, 


per il condimento di funghi
si possono trifolare dei funghi (meglio se porcini) con olio aglio e prezzemolo, ai quali a piacere si può aggiungere a metà cottura un po' di pomodoro.
Però potete sbizzarrirvi a preparare il condimento che più vi piace perchè la polenta sta bene un po' con tutto, io la adoro anche accompagnata con aglio e olio scaldati insieme in padella (a cui a volte aggiungo prezzemolo tritato e peperoncino).
E mi raccomando scegliete un buon vino rosso, magari un "cesanese del Piglio docg" per rimanere in zona.

Con questa ricetta partecipo al contest di Daniela
"Geografia in tavola" :




Con questa ricetta partecipo al contest :


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