Pubblico di nuovo questa ricetta
già postata a gennaio scorso per partecipare al contest
Geografia in tavola di Daniela.
Un bel contest grazie al quale si possono scoprire tante ricette tipiche regionali d'Italia.
Polenta tipica della ciociaria (Frosinone - lazio)
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polenta nella scifetta |
Brrrr . . . buona domenica!! Non so com'è da voi, ma qui a Como, specialmente al mattino e la sera, c'è un freddo che gela le ossa . . . bisogna rimediare preparando qualcosa di speciale :)
Per me il binomio domenica d'inverno-polenta è quasi una legge della natura, da sempre.
Non c'è niente che riscalda di più lo stomaco (e l'anima) di un bel piatto di polenta fumante e anche se da anni ho imparato a cucinare ed apprezzare la "taragna" e la "concia" che si preparano da queste parti, oggi(scontentando marito e figlio che sono "polentoni dop") ho deciso di prepararla come si usa fare in ciociaria.
Innanzitutto è diverso il tipo di farina , per questo tipo di polenta infatti si usa quella di mais macinata abbastanza fine ( tipo "fioretto") e un'altra importante differenza è la consistenza, la polenta che si mangia nelle zone del centro Italia ha una consistenza molto molle rispetto alla polenta che si prepara al nord, si rapprende un pochino appena comincia a raffreddarsi.
Normalmente poi non vi si mescolano insieme formaggi o burro fuso, ma tutti i condimenti si mettono sopra, non prima di aver intagliato un pochino la superficie per permettere al sugo di penetrare anche in mezzo.
Un'altra particolarità è il tipo di recipiente in cui viene servita cioè : la "scifetta", un piatto rettangolare di legno molto caratteristico.
Un mio ricordo carico di nostalgia riguarda proprio "il giorno in cui si preparava la polenta a casa dei miei nonni" : era una vera e propria festa!
Di solito il giorno prescelto era la domenica e per questo "evento" si riuniva tutta la famiglia al completo( nonni, zii, nipoti).
Uomini e donne si alternavano davanti a un enorme calderone che bolliva appeso a un gancio sui ceppi del camino per mescolare in continuazione chili e chili di polenta che vi cuoceva lentamente dentro, era un'operazione molto faticosa e in più il calore delle braci rendeva tutto più complicato.
Presto la cucina si riempiva di quel buon odore di mais abbrustolito che faceva venire l'acquolina in bocca e a noi bambini sembrava che l'ora di pranzo non arrivasse mai, continuavamo a chiedere "è pronto?", "ma quando si mangia?" mettendo a dura prova la pazienza degli adulti già fortemente provata dal rituale nel quale erano impegnati.
Sì, perchè, quello era un vero e proprio rituale che richiedeva ore e ore di preparazione, non c'era solo da cuocere la polenta, ma anche preparare tutti gli intingoli con cui veniva accomagnata.
(I tipi di condimento più usati erano : il sugo di carni di maiale miste; più semplicemente aglio e peperoncino; i "tanni" un particolare tipo di cime di rapa, ma a seconda della stagione un sughetto molto gustoso era quello realizzato con i funghi chiodini che in ciociaria sono conosciuti come "famigliola").
Finalmente era cotta e arrivava il momento di versarla nelle "schifette" e, dopo attimi concitati in cui i più si occupavano di riempire i piatti prima che il magico liquido d'orato incominciasse a rapprendersi, a noi bambini veniva intimato di tenerci alla larga per non rischiare che di rimanere ustionati dalla polenta bollente .
Alla fine ci sedevamo tutti intorno ad un'enorme tavola imbandita e per alcuni lunghi, fantastici minuti, nessuno parlava più!!
Chissà se vi succede di avere degli attacchi di nostalgia quando mangiate qualcosa di particolare . . . . !?
Ecco adesso che vi ho tediato con uno dei miei logorroici ricordi-racconti meglio passare alla ricetta vera e propria.
Anche se non l'ho preparata alla vecchia maniera oggi una cosa sono riuscita a farla: l'ho mangiata nella scifetta :)
Polenta per 4 persone
Ingredienti:
- 300 gr farina classica per polenta tipo fioretto
- 1 e 1/2 litri di acqua
- 1 cucchiaio di sale grosso
preparazione:
Mettere a bollire l'acqua in una capiete pentola e una volta a bollore salarla, a questo punto versare a pioggia la farina e mescolare spesso con un mestolo di legno per evitare che si formino grumi.
Dopo circa 40/45 minuti la polenta è pronta per essere verata nei piatti.
Voglio fare delle precisazioni che riteng utili alla buona riuscita del piatto: la dose di acqua è indicativa, l'importante è che una volta versata tutta la farina il composto rimanga semiliquido, perchè durante la cottura una parte dell'acqua continua ad evaporare; se invece risultasse troppo compatta si può aggiungere altra acqua (molto calda); oppure dell'altra farina se fosse troppo liquida (naturalmente queste operazioni vanno fatte nei primi minuti di cottura della polenta).
ah, dimenticavo, qualcuno aggiunge un po' di vino bianco o del latte al posto di una parte dell'acqua in cui si cucina, ma questo dipende dai gusti . . .
Per finire consiglio di passare i piatti sotto l'acqua e lasciarli leggermente umidi prima di versarci dentro la polenta, questo le impedirà di attaccarsi troppo sul fondo.
Condire a piacere e servire calda.
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polenta pronta |
Vi faccio brevemente qualche esempio di condimento con cui accompagnare questo tipo di polenta:
per il ragù di carne di maiale
si fanno rosolare i pezzi di carne di maiale (costine, salsicce, ..) in olio e aglio, poi si sfuma con il vino bianco e si fanno cuocere per 20 minuti a fuoco moderato, si aggiunge della passata di pomodoro, si aggiusta di sale e pepe (a piacere peperoncino) e si lascia cuocere ancora per 40 minuti a fuoco basso;
per le cime di rapa saltate in padella
si mondano e si lavano bene le cime di rapa, si lessano in abbondante acqua salata per 15/20 minuti, si scolano e si fanno saltare per qualche minuto in una padella dove abbiamo scaldato aglio e olio,
per il condimento di funghi
si possono trifolare dei funghi (meglio se porcini) con olio aglio e prezzemolo, ai quali a piacere si può aggiungere a metà cottura un po' di pomodoro.
Però potete sbizzarrirvi a preparare il condimento che più vi piace perchè la polenta sta bene un po' con tutto, io la adoro anche accompagnata con aglio e olio scaldati insieme in padella (a cui a volte aggiungo prezzemolo tritato e peperoncino).
E mi raccomando scegliete un buon vino rosso, magari un "cesanese del Piglio docg" per rimanere in zona.
Con questa ricetta partecipo al contest di Daniela
"Geografia in tavola" :
Con questa ricetta partecipo al contest :